Al Centro Medico-Chirurgico (CMC) di Kaya, in Burkina Faso, il dott. Christian Nezien e le sue équipe lavorano ogni settimana per restituire ai bambini la mobilità e spesso anche un futuro. Direttore della sala operatoria dal 2020, è animato da una forte convinzione: « La chirurgia umanitaria non è una chirurgia di serie B. A Kaya offriamo la migliore assistenza chirurgica possibile, che deve essere accessibile a tutti. »
In questa sala operatoria, inaugurata nel 2010, vengono trattate numerose patologie: fratture da incidenti motociclistici, infezioni osteo-articolari, malformazioni congenite, sequele della poliomielite e complicazioni dell’anemia falciforme.
Tra gli incontri che hanno segnato la sua vocazione c’è quello con Nassiratou. Il dott. Nezien ricorda: « Avreste dovuto vedere la sua gioia quando le abbiamo detto che poteva finalmente rinunciare alle due stampelle. È per momenti come questi che facciamo questo lavoro: restituire speranza, guarigione e dignità. »
Dopo il controllo post-operatorio, la giovane paziente ha imparato di nuovo a camminare senza aiuto, un passaggio cruciale della sua vita.

Percorsi lunghi, risultati duraturi
Un’altra storia illustra questa competenza, ancora troppo rara in Africa occidentale: Awa, 13 anni, soffriva di ginocchio varo a causa della malattia di Blount. La correzione ha richiesto sei interventi chirurgici successivi, dall’osteotomia all’innesto osseo, seguiti da un lungo periodo di immobilizzazione.
« Quando passione e lavoro si uniscono, tutto è possibile », confida il chirurgo. Oggi Awa cammina dritta, libera da una disabilità che avrebbe messo a rischio il suo futuro.
Il reparto accoglie anche bambini come Kadidiatou (foto in basso, prima/dopo), rifugiata a Kaya dopo le violenze. Nata con una grave forma di piede torto, camminava sul dorso dei piedi, tra dolore ed emarginazione. Grazie a due interventi chirurgici complessi e a diversi mesi di riabilitazione, oggi può muoversi normalmente. Per la sua famiglia, « è un miracolo ».
La chirurgia come strumento di giustizia sociale
Per il dott. Nezien, questi risultati dimostrano soprattutto che « una catena di solidarietà può trasformare una vita ».
Al Centro Medico-Chirurgico di Kaya, la chirurgia è quindi molto più di una procedura medica: diventa uno strumento di giustizia sociale. Offrendo mobilità e dignità, l’équipe apre per questi bambini un nuovo orizzonte, un futuro in cui tutto diventa di nuovo possibile.
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